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Storici e non - Ottobre 2008
LA STORIA E LA SCUOLA ATTRAVERSO I GIORNALI
Storici e non
Quando giornali e fiction rubano il mestiere ai ricercatori
di Paolo Bernardi
Il mese di ottobre si è aperto con due polemiche, ospitate dai quotidiani italiani, entrambe relative al “mestiere di storico”, e tra di loro strettamente connesse.
Ad aprire le ostilità è l’intervista di Aldo Cazzullo a Sergio Luzzatto (“Storici e no, è guerra sulla memoria” , Corriere della sera, 2 ottobre 2008), nella quale lo storico lancia un’invettiva contro gli “storici dilettanti” (Pansa, Vespa, Montanelli), colpevoli di “rubare la scena agli storici di professione. L’occasione è la prefazione al libro di Luzzatto (Sangue d’Italia, pubblicato da Manifestolibri) che torna sul tema scottante delle violenze della guerra partigiana.
Immediata all’indomani la risposta del Giornale (“Niente veti, tutti possono studiare i fatti”, il Giornale, 3 ottobre 2008) ed in particolare di Mario Cervi, che fu tra i collaboratori della “Storia d’Italia” di Montanelli (“Ma per fare lo storico ci vuole la patente?”), il Giornale, 3.10.2008).
Mentre “storici e non” disputavano sulle loro rispettive legittimazioni a scrivere di storia, è partita dalle colonne di Liberazione un’altra diatriba, che ha avuto come oggetto sempre la guerra partigiana e, indirettamente, la questione se chi non fa di professione lo storico ha leggitimazione per occuparsi di memoria e di passato.
Tutto è iniziato con un polemico messaggio dell’ANPI contro il film di Spike Lee “Miracolo a Sant’Anna” ( “Il " Miracolo" di Spike Lee? Ignorante, falso e irrispettoso della nostra storia”, Liberazione, 2 ottobre 2008), al quale ha fatto da controcanto, lo stesso giorno, Paolo Granzotto dalle colonne dell’immancabile il Giornale ( “ I partigiani, Spikee Lee e la verità storica”, il Giornale, 2 ottobre 2008).
Due giorni dopo, sempre su Liberazione, botta e risposta tra lo stesso regista americano, intervistato da Valerio Venturi ("Perche' tante polemiche? Il mio film è un'opera di finzione", Liberazione, 4 ottobre 2008) e lo storico Angelo D’orsi ("Sui temi caldi non ci sono alibi, il cinema rispetti la verità storica", Liberazione, 4 ottobre 2008).
Nella stessa giornata, del resto, il film è stato recensito positivamente, con Roberto Silvestri che, da sinistra, ne ha messo in luce i pregi cinematografici (“Triplo Miracolo a Sant’anna",il Manifesto, 4 ottobre 2008) ed il solito Mario Cervi che, da destra, ne ha utilizzato il “messaggio storico” in chiave revisionista (“Partigiani senza aureola”, il Giornale, 4 ottobre 2008).
Ma la polemica più rovente si è sviluppata pochi giorni dopo tra due quotidiani entrambi “di sinistra”: Riformista e Liberazione.
Il Riformista, per avvalorare la tesi secondo cui la storia riscritta da Spike Lee era accettabile in un’ottica non celebrativa della Resistenza, ha invaso il campo della storiografia esperta, andando a scovare addirittura le “fonti dirette” (“Ecco il volantino che condannò Sant’Anna”, il Riformista, 7 ottobre 2008); Liberazione ha risposto il giorno dopo con il direttore Piero Sansonetti (“Perché difendete i nazisti sui giornali di sinistra?”, Liberazione, 8 ottobre 2008) e con un’intervista allo storico Leonardo Paggi (“Il revisionismo è una colpa italiana, Spike Lee non c’entra niente).
Immediata e sferzante la replica dell’ex direttore dell’unità, Peppino Caldarola (“A Liberazione si sono bevuti il cervello”, Il Riformista, 9 ottobre 2008).
Insomma, a destra come a sinistra (soprattutto a sinistra...), ogni volta che storici, giornalisti, sceneggiatori televisivi e registi cinematografici entrano in conflitto, subito “volano gli stracci”, e la polemica degenera.
Alla fine non deve meravigliare che, in questa confusione, si finisca per dover prendere lezioni di storia anche dagli attori, come dimostra l’intervista ad Alessandro Preziosi che mettiamo a suggello di questa discussione (Preziosi, partigiano con le armi: ”E’ giusto rileggere la resistenza”, Repubblica, 14 ottobre 2008)