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La pittura di Giotto e la divulgazione didattica

DIVULGARE LA PITTURA DI GIOTTO

OVVERO

L’INSEGNANTE RICERCATORE: UNA PROFESSIONE ECCITANTE

di Ivo Mattozzi Cappella degli Scrovegni a Padova

Ho collaborato di recente ad un’impresa comunicativa molto esaltante: la costruzione di un percorso divulgativo virtuale per la conoscenza e la comprensione della pittura che Giotto ha realizzato nella Cappella degli Scrovegni.

Reso possibile da una donazione della statunitense fondazione Wiegand al Comune di Padova, il percorso è fruibile in una sala del Museo Civico agli Eremitani a Padova da molto tempo. Ma ne scrivo ora perché frugando nel web ho scoperto che esistono molti materiali che lo riguardano e che danno conto di come il percorso è stato strutturato e implementato.

Ma perché darne conto sul sito di Clio ’92 che è dedicato alla didattica della storia?

Per tre ragioni molto pertinenti:

1. noi abbiamo anche la passione della didattica che riguarda i beni culturali e l’educazione al patrimonio;

2. noi siamo molto interessati alla divulgazione;

3. noi siamo molto interessati alla formazione professionale che riguardi la capacità di comunicare degli insegnanti.

Cappella degli Scrovegn a PadovaMa c’è una quarta ragione ancora più forte: la realizzazione del percorso virtuale è stata il frutto di una cooperazione tra molti soggetti diversamente competenti. I responsabili dei servizi didattici museali, i conservatori del museo, i restauratori della Cappella degli Scrovegni, storici e storici dell’arte, una semiologa della comunicazione visiva, gli esperti informatici del CNR.

Con loro abbiamo collaborato a progettare i contenuti e la loro strutturazione e articolazione nelle varie stazioni del percorso io e delle insegnanti dedite alla didattica museale ed abbiamo scritto i testi divulgativi su cui hanno esercitato il loro controllo gli esperti dei diversi settori.

Perciò il percorso è la dimostrazione della versatilità della ricerca didattica disciplinare e della sua applicabilità a campi diversi dalla storia scolastica. E costituisce un incitamento agli insegnanti e agli studenti a concepire la loro professionalità come quella di intellettuali specialisti nella comunicazione didattica e in quella divulgativa.

Chi sia interessato a saperne di più e a rendersi conto di come funziona il percorso virtuale di introduzione alla vita e all’arte di Giotto, al contesto storico padovano e italiano del tempo della sua vita, al ciclo di affreschi della Cappella degli Scrovegni ha tre possibilità:

1. recarsi nel Museo civico agli Eremitani, entrare nella sala multimediale, vedere il documentario introduttivo e poi spostarsi di stazione in stazione a seconda dei temi ai quali è interessato. La conclusione gaudiosa deve essere, ovviamente, il contatto non virtuale con i dipinti di Giotto.

2. Leggere l'articolo "La Cappella degli Scrovegni", pubblicato dalla rivista  “CG Computer Gazette” [Gennaio 2003], in cui l'autore, Giuliano Golfieri, intervista Maurizio Forte direttore del progetto di realtà virtuale del CNR sul progetto e sulla sua realizzazione. Potrete così leggere tutte le informazioni di dettaglio e i nomi dei partecipanti all’impresa. Ma potrete vedere anche come funziona la visita virtuale alla Cappella e avere sul desktop le immagini degli affreschi giotteschi. Inoltre saprete che il progetto è stato presentato all'importante convegno "Creative and digital culture" dove ha ricevuto il "Best Paper Award for Cultural Merit" cioè il massimo riconoscimento nella categoria delle applicazioni digitali ai beni culturali. 

3. Se volete andare più a fondo nella comprensione di come si progetta un percorso virtuale multimediale, di come si gestisce lo spazio e le attrezzature tecnologiche disponibili allora non mancate di visitare il sito dedicato al progetto, dove gli esperti del CNR danno conto della progettazione del percorso virtuale e della sua realizzazione in termini più specialistici.

La visita è molto appagante per tutti — anche per i non informatici - poiché la comunicazione divulgativa ed anche quella didattica si giocano sempre in una sinergia stringente tra struttura delle conoscenze, struttura retorica dei testi, mezzi della comunicazione, spazi della comunicazione.

 

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