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Quaderni di Clio '92 n.12
Testi di: Anna Aiolfi, Mario Ambel, Gabriella Bosmin, Giorgio Cavadi, Cristina Cocilovo, Adriano Colombo, Luciana Coltri, Paola Lotti, Ivo Mattozzi, Gabriele Pallotti.
La storia come produzione scientifica è testo. La storia come divulgazione scientifica è testo. La storia come conoscenza diffusa deriva dai testi. La storia insegnata a scuola è testo. Si studia sui e si impara dai “libri di testo”.
Già, ma quale testo? Su che tipo di testo i nostri scolari e i nostri studenti imparano la storia?
Il manuale di storia si presenta come un testo storiografico parafrasi dei testi degli storici. Qual è la qualità di questa parafrasi? In quale misura tiene conto dei suoi destinatari? E della sua funzione?
Il manuale scolastico è un libro scelto (“adottato”) da qualcuno (l’insegnante), comprato da qualcun altro (le famiglie o lo Stato), letto e studiato da qualcun altro ancora (lo studente), che è il destinatario naturale.
Chi lo scrive deve tener conto di tale intreccio particolare, di tale peculiarità del mercato dell’editoria scolastica.
E le conseguenze di questa situazione sono importanti.
Chi scrive libri di storia per le scuole deve considerare non solo i contenuti dei suoi manuali ma soprattutto le potenzialità di apprendimento insite in essi. Non serve agli studenti un libro di storia, che, seppure ben considerato dagli ambienti accademici e ben apprezzato dalla corporazione degli storici, risultasse poco comprensibile e piuttosto noioso agli studenti, sostanzialmente inutilizzabile per un’efficace mediazione didattica da parte degli insegnanti.
Allora, la domanda è: “come deve essere un buon libro di testo di storia per le scuole?”
Ecco. Dedichiamo questo numero dei “Quaderni di Clio’92” al tema del rapporto tra lingua e storia, o meglio, tra formazione linguistica e formazione storica. Nella convinzione che se, ovviamente, una buona formazione linguistica aiuta la seconda, accade anche viceversa: quando si costruisce una buona cultura storica si consolidano inevitabilmente alcune necessarie abilità linguistiche.
Abbiamo chiesto a due linguisti, Mario Ambel e Adriano Colombo, di introdurci a queste problematiche, e a Ivo Mattozzi, storico e studioso di didattica della storia, di affrontare il tema dal punto di vista dell’insegnamento della storia. A Giorgio Cavadi e Gabriele Pallotti, autori di un manuale di storia per studenti non italofoni, di indicarci i loro criteri per la progettazione e la scrittura.
Infine, nella seconda parte della rivista, docenti delle scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado, ci raccontano alcune esperienze didattiche significative del rapporto sinergico tra l’apprendimento della storia, la lingua e altre discipline.
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