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Umberto Eco e il modo di pensare la formazione

Umberto Eco e il modo di pensare la formazione

 

La morte di Umberto Eco ci rattrista come la perdita di una persona intima e cara che pensiamo o ci auguriamo immortale. Con i suoi libri accademici, con le sue analisi più divulgative della produzione culturale, con i suoi romanzi, con i testi occasionali scritti per i periodici, con le sue interviste, Eco ci ha insegnato a pensare, a scrivere di argomenti ostici in modo comprensibile e intrigante, a connettere le questioni profonde con la vita quotidiana grazie all'uso di analogie folgoranti e di argomenti paradossali.
Ne diamo un piccolo saggio che riguarda un argomento che ci sta molto a cuore: il rapporto tra conoscenza del mondo attuale e conoscenza del passato:
«C'è poi la memoria storica, quella che non riguarda i fatti della tua vita o le cose che hai letto, ma quello che è accaduto prima che tu nascessi.

Oggi se vai al cinema devi entrare a un'ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per mano e ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivava mentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall'inizio, si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era già visto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove.» [da Caro nipote, studia a memoria", in "L'Espresso", 1 gennaio 2014]

Sarebbe utile realizzare due antologie di suoi scritti: la prima riguardante i problemi della formazione, la seconda le questioni della cultura storica.
Noi vogliamo ricordare con gratitudine il contributo che Eco dette all'ampio movimento di contestazione della formazione culturale idiota impartita dalla scuola elementare in applicazione dei programmi del 1955 e dell'uso di libri di testo che propinavano agli scolari letture e contenuti disciplinari che impedivano la conoscenza del mondo.
Proponiamo l'ntroduzione che Eco scrisse all'antologia I pampini bugiardi. Indagine sui libri al di sopra di ogni sospetto: i testi delle scuole elementari, curata da Marisa Bonazzi, Guaraldi, Rimini 1972, pp. 7-12]

LEGGI IL TESTO DELL'INTRODUZIONE

 

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